Ieri ho pubblicato la ricetta della torta di mandorle e ricotta. Oggi vi racconto i retroscena per la sua preparazione. Per preparare quel tipo di torta avrei impiegato, in passato, una mezzora scarsa: giusto il tempo necessario per macinare le mandorle, unire tutti gli ingredienti, mettere il composto in forno, presto fatto! Adesso invece, da mamma, ho impiegato esattamente il doppio del tempo! L’esperienza in cucina mi dà lo spunto per descrivere le piccole difficoltà che incontro adesso nel fare le cose più semplici come, per esempio, preparare una torta. Chi ha più figli penserà di sicuro: “Beh, ha soltanto una figlia e si lamenta?” Non vorrei essere fraintesa, e non sono neanche una persona a cui piace compiangersi. Il fatto è che ho preso sul serio il ruolo di mamma, che mi appartiene da poco più di 2 anni e mezzo e, avendo soltanto una figlia, tutte le attenzioni sono rivolte verso di lei. Da quando è nata So, trascorro con lei tutto il tempo possibile. Con la ripresa del lavoro, poi, questo atteggiamento (un pò ossessivo, lo ammetto!) si è accentuato. Mentre sono fuori casa, mia figlia rimane a turno con il papà o con in nonni materni i quali, anche loro lavorando, fanno dei salti mortali! quando arrivo a casa (spesso nel primo pomeriggio) ho giusto il tempo per pranzare velocemente!
Di solito raggiungo in macchina la città in cui lavoro; parto la mattina molto presto ed evito i mezzi di trasporto con i quali, al ritorno, arriverei a casa molto più tardi. Il resto del giorno è dedicato alla cura di mia figlia; ma spesso mi ritrovo ad affaccendarmi inutilmente, riducendomi nel fare tutto male ed in fretta. Sosò è nella fase in cui ha attrazione per i pericoli, senza capirne la reale importanza. Di rado quindi mi posso permettere di lasciarla sola in un’altra stanza a giocare… Quando il pomeriggio sono sola con lei (quasi sempre) ho poco tempo da dedicare a ciò che una volta mi piaceva fare. Capita sempre che, entrando in libreria alla ricerca di un libro per me, mi ritrovi nel reparto dei libri per bambini, dimenticando il motivo per cui ero entrata! L’attività fisica è abbandonata da un bel pò (e si vede!!!), ma a volte esco in bici, portando mia figlia nel seggiolino davanti. Devo ammettere che spesso non so organizzarmi!
Ecco che preparare una torta diventa un’impresa! Ad ogni passaggio andavo a controllare cosa stesse facendo nell’altra stanza, ed ogni tanto lei veniva in cucina per attirare la mia attenzione portandomi un libro da leggerle!!! 🙂 Mia figlia è di sicuro ciò che di più bello ed importante io abbia nella mia vita. Ma di recente mi è capitato di desiderare un pò di tempo per me stessa! non sogno chissà che cosa; mi basterebbe soltanto preparare una torta in santa pace o creare qualcosa con la fantasia! L’unico vero passatempo al momento è il blog. Non so se dovrei sentirmi in colpa, ma di sicuro comprerò il libro pubblicato di recente dal titolo Mothers Need Time-Outs, Too di Susan Callahan, Anne Nolen and Katrin Schumann. L’ho scoperto tramite una recensione sul Telegraph dal titolo “Motherhood:selfish mums, sign up here. L’articolo pone una domanda alle mamme : Can a good mother take ‘me’ time? (Una brava mamma può dedicare tempo a sé stessa?). Secondo la testimonianza di alcune mamme, che hanno deciso di dedicare parte della giornata a sé stesse, anche semplicemente per leggere un libro o per fare un bel bagno rilassante, una piccola dose di egoismo le rende più serene e più felici del loro ruolo di mamma! Preparare una torta non è un impegno urgente a cui non si può rinunciare, ma se avessi avuto solo voglia di prepararla, sono stata egoista?
Maggio 26, 2008 at 2:14 PM
Se ti fa piacere ho un premio per te.
Ciao paola
Maggio 26, 2008 at 2:28 PM
Ciao Paola! ne sono onorata e ti ringrazio! sono già passata a “ritirarlo!”
Maggio 27, 2008 at 11:46 am
Ciao Bà! Brava, hai preso un premio! per quanto riguarda il libro, sembra interessante. Io penso che chiunque abbia bisogno di un pò di tempo per sè stesso, e le mamme in particolare. Tu sei una grande mamma, ti conosco bene! Dovremmo solo imparare a delegare di più. 😉
Maggio 27, 2008 at 1:11 PM
Cia rò (mummy)! grazie mille! diciamo che è stato un episodio isolato che ho deciso di pubblicare! A volte i blog sono anche questo: diari! Mi rspecchio in quello che ha scritto Emily Gould:
“I think most people who maintain blogs are doing it for some of the same reasons I do: they like the idea that there’s a place where a record of their existence is kept — a house with an always-open door where people who are looking for you can check on you, compare notes with you and tell you what they think of you. Sometimes that house is messy, sometimes horrifyingly so. In real life, we wouldn’t invite any passing stranger into these situations, but the remove of the Internet makes it seem O.K.”
ho trovato solo che fosse una coincidenza aver visto quel libro (Mothers need time-out too) proprio quando dicevo tra me : “avrei bisogno di una pausa” Ma non era assoltutamente riferito a mia filglia! lungi da me!!!! Adesso vado di fretta! questo pomeriggio sarò impegnata al lavoro fino a stasera! Meno male che oggi era la mia giornata libera!!!! 😉
Maggio 27, 2008 at 7:28 PM
le coincidenze non esistono, quindi quel libro ti e venuto in mano nel momento in cui ti serviva. Avend due figli già un pelo più grandi, riconosco il periodo bellissimo e faticosissimo che descrivi (e ringrazio dio di averlo superato).
Il fatto è che noi madre, in particolare quelle che conosco io, oggigiorno soffriamo della sindrome di wonderwoman. e i bambini piccoli sono invece dei sabotatori. Ce li godiamo tutti, se una volta riusciamo ad andar al cinema da soli ci mancano e controlliamo gli sms ogni due minuti per vedere se la babysitter d’occasione ha chiamato.
Da un lato credo che sia la natura che ci costringe a non dimenticarci mai di loro nel periodo in cui sono più vulenrabili. Però nel fratttempo non siamo più cavernicoli esposti alle intemperie e gl scorpioni, e questo stato di perpetuo allarme,unito a tutto il resto che la vita ci impone, è davero troppo.
Il sano egoismo è la cosa più importante che abbiamo per continuare ad occuparci con amore di loro e dei nostri co-genitori (quanti nostri amici per amore dei figli si sono perso come coppia? È un pericolo anche quello).
Io finalmente dico ai miei figli: adesso mi date 1 minuto per bere il caffé senza piangere, litigare e chiamarmi, voi intanto bevete il vostro latte e non voglio sentire storie. Solo mese fa avrei fatto raffreddare il caffé e sarei uscita in ritardo, urlando per l stress, senza essere andata al bagno perché qualcuno si er perso le scarpe, qualcun altro aveva fatto la cacca, le chiavi si erano perse ecc. E loro mi dicevano: mamma non urlare, non mi piace. Neanche a me, dicevo io.
Adesso (a volte) riusciamo a rispettarci, loro hanno capito che se mi danno una mano al mattino avanzano anche i 10 minuti per un gochin o prima di uscire e siamo tutti più sereni. Però ci ho messo 6 anni, sarà che sono un po’ritardata?
Ciao,
Ba
Maggio 27, 2008 at 7:57 PM
Cara mammamsterdam, ti ringrazio di cuore! davvero! è strano che una persona che non ho mai visto in viso mi faccia sentire così compresa. Grazie!
P.s. Sono appena tornata a casa. Appena posso vengo a trovarti, mi piace molto leggere quello che scrivi! Ho approfittato di un breve momento per leggere le news mentre mia figlia legge una storia con mio marito. Adesso vado a giocare con lei! Ciao 😉