il mio viaggio in Canada


E’ da tanto tempo che vorrei scrivere un post su Martha Stewart, ma non ne ho mai avuto l’opportunità. Adesso, l’arrivo in Italia del suo programma televisivo, mi offre una scusa per parlare di lei. Qualche hanno fa avrei fatto salti di gioia nel sapere che avrei potuto vederla anche in Italia, ma adesso ho così poco tempo per vedere la tv che, pur essendo confortata dall’idea di poter seguire i consigli dalla sua stessa voce, non ne ho ancora visto neanche una puntata.

Da quando ho scoperto della sua esistenza, (circa 10 anni fa ormai!)sono divenata una sua ammiratrice, come mi capita di rado nei riguardi di un personaggio dello spettacolo. Martha Stewart mi ha subito incuriosita non perchè fosse un volto noto in America, ma per la semplicità con cui forniva dei consigli pratici sul cibo, sulla casa e sulla vita di tutti i giorni. A me, che avevo appena sposato un canadese, che ero appassionata di fai da te e vivevo in una città diversa dalla mia, sembrò subito di aver trovato una guida cucita su di me nel leggere tutti quei consigli su come si cucinasse un’apple pie o una pecan pie, o anche su come avrei mai potuto trovare un posto a quella valanga di biglietti di auguri che solo gli inglesi sanno inviare.

 Più leggevo le sue riviste e più mi appasionavo!!Sono subito diventata fan della sua rivista Martha Stewart Living. I primi numeri li ho comprati in Canada, la prima volta che sono andata. Per i successivi, chiedevo a mia suocera di spedirmene qualcuno. Poi, con mio stupore, ho scoperto che avrei  potuto trovare Martha Stewart Living anche in Italia, così ho accumulato una piccola libreria di sue ricette e consigli per la casa.

Ho continuato a comprare le sue riviste anche quando nel 2002 e gli anni successivi non era più lei a curare la rivista a causa delle sue vicende giudiziarie. Anche durante quella occasione mi sono sentita di continuare a stimarla e reputarla una brava persona. E’ senza dubbio da ammirare per la forza che ha dimostrato nel risollevarsi dopo esser inciampata. E’ ritornata a scrivere per la sua rivista e a creare la sua linea di biancheria per la casa. Della sua linea ho il piumone (portato in valigia dal Canada!!:-) ) e diverse tovaglie ed asciugamani.

Non so quanti in Italia la conoscano e la apprezzino, ma ho sentito il desidero di condividere questa piccola passione con gli amici della blogosfera!! 😉

Visto che quest’anno, per Natale, la mia casa sarà letteralemente invasa da giochi, libri e dvd dedicati alla serie tv inglese “In the night garden…”, non potevo non dedicare un post al simpatico Makka Pakka. L’intento del programma è tutt’altro che “invasione” (parola che ho usato ironicamente nel titolo) ma, al contrario, tutto è volto a donare ai bambini un’atmosfera di pace e serenità prima di andare a fare la nanna. Non so quanti in Italia conoscano il programma, ma da quando Fia ha scoperto il tenero Makka Pakka, in Canada, è stato amore a prima vista… tanto che non l’ha dimenticato al ritorno in Italia. Consapevoli di questo, io e mr. Daddy abbiamo provveduto a comprarle i giocattoli dei personaggi prima della partenza. Le sono stati consegnati, però, in Italia al primo “attacco di nostalgia”. Questo programma televisivo, infatti, non è ancora arrivato in Italia (almeno per quanto ne sappia!), ma sono sicura che non si farà attendere a lungo. Nel frattempo, amici e parenti all’estero, al corrente di tutto questo, ci stanno inviando tutti i gadget possibili sul tema “in the night garden…” come doni natalizi!!

Premetto che, in generale, non sono una sostenitrice dei programmi televisivi per bambini, ma sono favorevole alla selezione di quelli più adatti, nonchè i più educativi e affascinanti come, appunto, In the night garden… Nel mio caso, inoltre, questo tipo di serie tv offre a Fia l’opportunità di ascoltare la lingua inglese da fonti diverse dal suo papà. Per chi non sapesse di cosa io stia parlando ecco un breve riassunto sui personaggi e sul programma:

In the night garden… è una serie televisiva proposta dalla BBC ed ideata dagli stessi creatori dei Teletubbies. E’ principalmente indirizzata a bambini molto piccoli, da 1 a 4 anni, con l’intento di rilassarli prima della nanna.
I personaggi principali sono:

Igglepiggle: ogni puntata inizia con l’ immagine di lui su una barchetta. Molto divertente la sua maniera di danzare e saltellare. E’ inseparabile dalla sua coperta rossa, la sua “coperta di linus”.

Upsy Daisy: ha una graziosa vocina, ama ballare e ha dei divertenti capelli che vanno su e giù a ritmo di musica. Rincorre spesso il suo letto. Molto tenera!

Makka Pakka: quando ho realizzato che Fia era letteralemente affascinata da questo personaggio non riuscivo a capirne il motivo. All’apparenza sembra quasi un E.T. Poi, ho realizzato che il piccolino appare nel programma con un Coup de théâtre ed ha un alone di fascino che lo circonda. Amante della pulizia, porta sempre dietro un carrello con una spugna pronta a pulire tutto!

Tombliboos: a mio avviso i più teneri. Ogni volta che Fia li vede esclama: “che carini!” Giocano spesso con i loro mattoncini e adoro il loro modo goffo di muoversi!!

Oltre agli altri personagi come i Pontipines, i Haahoos e Pinky Ponk, non posso dimenticare Ninky Nonk, il simpatico trenino che gironzola nel giardino.

Ogni episodio inizia con la scena di un bambino a letto, diverso per ogni puntata, e la voce del narratore che introduce la storia. Nel sito ufficiale si citano i benefici che questo programma potrebbe apportare allo sviluppo dei bambini. Che siano veri o no, in the night garden… rilassa e diverte anche me!! Coinvolgente anche questo sito interattivo.


L’arte mi affascina e, pur non essendo un’esperta in materia, mi piace visitare musei e soffermami qualche minuto ad osservare le creazioni che più mi colpiscono. Una delle opere che senza dubbio mi ha fatto riflettere di recente è la Maman di Louise Bourgeois. La Maman è un’opera mastodontica, alta più di nove metri, che al momento della mia visita ad Ottawa è esposta nella piazza del National Gallery of Canada.
Nonostante non conosca della sua esistenza, la visione di quel gigante ragno davanti al museo mi ipnotizza immediatamente con la sua imponenza. Mi prodigo per conoscere il suo nome e lo stupore aumenta quando scopro che è una mamma ragno: Maman. “Strano!!” -mi dico- “chissà perché l’artista ha pensato proprio ad un ragno per rappresentare metaforicamente una mamma!” Istintivamente, sento di disapprovare la sua scelta. Poi, la osservo bene e mi posiziono proprio sotto ad essa per provare quel ritorno “to the realm of childhood”, come consiglia l’opuscolo che le mie mani reggono insieme a mia figlia. Nell’osservare le 20 enormi uova di marmo contenute nella sua sacca, provo una sensazione di protezione ma, nello stesso tempo, non posso fare a meno di notare l’imponenza dell’enorme scultura, che appare a tratti rassicurante, a tratti minacciosa. “In fondo una mamma è anche questo, no?” – mi dico adesso a posteriori. Una mamma protegge i suoi piccoli ed appare minacciosa verso chi vuole far loro del male.
Questa mamma ragno mi intriga a tal punto da portarmi a cercare maggiori informazioni sulla sua… di mamma: Louise Bourgeois. Ho scoperto, così, che Maman è l’immagine emblematica della madre della Bourgeois, Joséphine…una tessitrice. L’artista novantaseienne ha dichiarato che sua madre era la sua “migliore amica, riflessiva, intelligente, paziente, calmante, ragionevole, delicata, sottile, indispensabile, ordinata e di buon consiglio come un ragno.” In un’interessante intervista on line la Bourgeois dichiara inoltre: “My work has always been a recording of my emotions. It’s not a concept that I’m after, but an emotion that I want to keep or destroy. All of my sculptures have the sense of vulnerability and fragility.” Vulnerabilità e fragilità…penso che anche questi aggettivi potrebbero essere riferiti ad una mamma.

Almeno per quanto mi riguarda…

Quale mamma non ha nella mente l’immagine della propria madre la quale, nel bene o nel male, le ha lasciato un segno indelebile. Una volta una mia amica mi ha detto: “dallo psicologo, ho scoperto che la mia depressione derivava da un episodio vissuto da piccola con mia madre…alla fine parte tutto da lì di come siamo adesso, no?!”

Da mamma, e non da figlia, allora dico: “Che grande responsabilità!”

Il Canada è un paese in cui tutto è a portata di famiglia. Per darvi un’idea, esistono anche i bagni pubblici capaci di ospitare una mamma con più bambini, i cosiddetti “family washroom(s)” in cui, in genere, si trovano: un fasciatoio (completo di cintura di sicurezza), lo scarico automatico, uno spazio sufficiente per ospitare due passeggini e persino una comoda poltrona!! In quasi tutti i centri commerciali o all’entrata di una biblioteca ci sono porte automatiche, (previste soprattutto per chi ha la necessità di andare in giro con la sedia a rotelle, ma utili anche a mamme con passeggino) munite di un pulsante, in cui basta premere e la porta si aprirà! Se così non fosse, nessun problema! i Canadesi (almeno la maggior parte) sono sempre pronti ad aiutarti!

Viaggiare con i mezzi pubblici è molto semplice per una famiglia con bambini, perchè i piccoli hanno la priorità su tutti! 😉 Devo ammettere che viaggiare in treno, per esempio, è molto più costoso che in Italia, ma in compenso:

  • i bimbi ricevono in regalo una busta con colori, libretto illustrato completo di giochi e disegni da colorare e persino il modellino in carta di un treno canadese, composto da una locomotiva e 2 vagoni.
  • Alla stazione di Toronto è prevista una sala d’attesa per le famiglie ed anziani che hanno la priorità di salire sul treno e di scegliere i posti a loro riservati.
  • In mancanza, le hostess faranno del loro meglio per trovare una sistemazione adatta alla famiglia. Dopo aver fatto notare che avevamo pagato tre bilgietti, ma c’erano disponibili soltanto due posti e persino lontani, le hostess si sono scusate e dopo 10 minuti circa eravamo in prima classe in posti riservati per 3 o 4 persone, completi di tavolino!! (c’è anche una foto nell’album che lo dimostra! 😉 )

Partendo da questo presupposto, visitare i luoghi che non sono principalmente indirizzati ai bambini diventa semplice ed interessante anche per loro: nel Royal Ontario Museum (ROM) di Toronto, per esempio, si trova un’area dedicata ai dinosauri canadesi, che la famiglia può alternare con la visita ad esposizioni di quadri, di sculture o di aree culturali e tematiche (Egitto, Giappone, etc….una sorta di Louvre in miniatura!). Mia figlia, per esempio, non essendo attratta dai dinosauri, ha preferito visitare la parte riguardante i nativi del Canada, i cosiddetti “first people”. Attenzione a non chiamarli Indiani perché potreste offendere qualcuno!!

In aggiunta ai luoghi e ai musei di cui ho parlato nello scorso post, consiglio le passeggiate in riva al lago di Toronto (lake Ontario), magari di sera in cui si può ammirare la CN tower illuminata; la visita al National Gallery of Canada ad Ottawa, da non perdere l’area riguardante i capolavori del “Group of Seven“, a discapito invece della contestata “Voice of fire“, famosa opera contemporanea che è diventata un caso in Canada per via dell’elevato prezzo pagato dal museo per averla (giudicate voi se ne valeva la pena!!è il quadro che vedete sulla sinistra); e la visita guidata al Parlamento di Ottawa. Da buon stile canadese, in cui tutto deve essere immancabilmente culturale ed educativo, anche il Parliament Hill dispone di guide gratuite! L’esperienza è molto bella, ma la sconsiglio alle mamme di bambini chiacchieroni come la mia, la quale continuava a chiedermi: “mamma, ma se si chiama Parla-mento…perché io non posso parlare?” 😛 Una volta entrati, infatti, tutti devono stare in assoluto silenzio, soprattutto mentre la guida sta parlando….a meno che non facciate come me e Fia: dopo il primo sguardo della guida….mi sono risparmiata di volta in volta il rimprovero, uscendo dalle stanze un attimo prima che iniziasse la spiegazione!! In questo modo ho evitato di annoiare Sofie e mi sono goduta, insieme a lei, il meraviglioso panorama visibile dalle vetrate del Parlamento. Abbiamo anche incontrato i senatori che hanno salutato affettuosi la mia piccola. Lei, dal canto suo, era invece attratta dal loro abito tradizionale completo di cilindro, bastone e …. basette!!

Per finire, non dimenticate il gelato e i cioccolatini di Laura Secord, la visita agli innumerevoli centri commerciali (uno tra tutti il centro commerciale del Québec, in cui si trova Clément per i vestiti dei bambini!! Lì sono impazzita a comprare i piccoli vestiti invernali!!) e una passeggiata nei colorati mercati canadesi. Vedrete peperoni viola, mirtilli blu e patate rosse!!….

La mia assenza dal web:

Eccomi finalmente a casa e nel mio piccolo spazio che questa “finestra” rappresenta. Uso l’espressione “finalmente”, perché dopo tanto tempo fuori casa, avevo bisogno di ritrovare le mie abitudini, il mio lavoro, la mia auto e …il mio computer! Certamente, ho impiegato un po’ a riprendere i vecchi ritmi quotidiani, ma adesso eccomi qui! Dopo mesi di quasi totale assenza dal web, ritorno a scrivere timida ed impacciata. La sensazione è molto simile a quella che provavo al rientro a scuola dalle vacanze estive (più o meno il periodo è lo stesso!) quando la maestra o il professore di turno ci chiedeva come avevamo trascorso l’estate.

Viaggiare con una bambina:

Devo dire che, anche se una mamma non è mai totalmente “on holiday”, le vacanze me le sono godute. Eccome!! Anzi, visitare il Canada da mamma è stata un’esperienza più formativa e di certo più divertente di quando andavo da non-mamma. Ho sfruttato al massimo il tempo a disposizione con mia figlia e il suo daddy (finalmente tutti liberi senza problemi lavorativi!!). Viaggiare con mia figlia è stato molto più facile di quanto credessi e come sempre mi sono preoccupata inutilmente! Il mio post riguardo al viaggio in aereo lo dimostra! Mi preoccupavo di come l’avrei intrattenuta per tutte quelle ore! Macchè! Ci mancava poco che, durante il viaggio, non fosse stata lei ad intrattenermi!!! Fia è stata bravissima! In aereo ha dormito parecchio e per il tempo rimanente si è goduta l’esperienza di volare per così tanto tempo. Gli innumerevoli giochi che mi ero preparata nell’eventualità di una crisi (come libri corredati di adesivi, magneti o puzzles e I-pod con foto, canzoni, video e racconti di ogni genere) sono serviti a ben poco. La mia piccola si è intrattenuta da sola ed era molto incuriosita dalle novità. Nel viaggio di ritorno verso l’Italia ha guardato, per la prima mezzora, un cartone preferito nello schermino personale davanti al sedile dell’aereo….e poi è piombata in un sonno confortante in viaggio, ma problematico a casa per via del jet-lag (ne pago ancora le conseguenze!).
Confortata dal suo comportamnto ammirevole nel viaggio di andata, durante la vacanza mi sono concessa qualche scelta un po’ più ambiziosa, come quella di affrontare in successione lunghi spostamenti in autobus, in treno e in auto per raggiungere Hamilton, Toronto (qualche ora in autobus), Ottawa (più di 9 ore in treno) e New York (17 ore in auto!). I paesaggi che si attraversano sono stupendi e sarebbe stato impossibile vederli dall’aereo. E Sofie??? Anche questa volta si è comportata benissimo! Nei brevi periodi in cui ha sentito la necessità di sgranchirsi le gambe, ne ho approfittato per portarla in bagno (washrooms in Canada, restrooms in America!) o le ho proposto degli adesivi attacca e stacca, che la intrattengono per ore!

Il Canada per i bambini:

In ognuna delle città visitate non sono mancate le tappe turistiche pensate per lei…una sorta di ricompensa!! Come per dire: “il gioco vale la candela!!”. Ha, così, visitato parchi immensi e anche divertenti come quello che ospita lo Storybook Gardens di London; ha imparato i nomi di alcune costellazioni e come funzionava un vecchio telefono dai musei come il London Children’s Museum e il Canada Science and Technology Museum ad Ottawa ed ha visitato un vero castello come il Dundurn Castle di Hamilton, in cui mi chiedeva inarrestabile: “ma dov’ è la principessa?” Si è divertita tantissimo nella favolosa Centre Island di Toronto in cui, nonostante il tempo incerto, ha cavalcato un pony, ha guidato da sola una ford d’epoca, ha condiviso una mini-barca con una sua omonima e tanto altro…La pioggia inarrestabile di Toronto non ha fatto altro che confermare il mio rapporto con questa città, iniziato nel 2003 quando, appena arrivata, la città fu colpita da un inconsueto black-out durato parecchie ore…abbastanza per far chiudere tutti i luoghi turistici che avevo progettato di visitare durante la mia permanenza!! Neanche questa volta, dunque, è stato possibile salire sulla CN tower, ma per una bambina come mia figlia che ama le luci, ammirare la torre luminosa by night è stato il massimo (clicca qui per avere un’idea!). Guardava incantata la torre ed ogni volta che le luci cambiavano colore ce lo comunicava entusiasta! Per non parlare poi della felicità nel suo volto quando incontrava uno scoiattolo, un coniglietto selvatico, una puzzola, una marmotta, una lucciola e i cervi. Beh! La natura del Canada è meravigliosa ed facile incontrare tutti questi animali solo passeggiando per le strade!!!!

Per finire, i bambini possono apprezzare anche i luoghi che non sono principalmente indirizzati a loro….ma di questo racconterò nel prossimo post!! ;-). Mi scuso per la lunghezza del post e per le foto. Ne ho scattato più di mille, ma non sono una cima in fotografia!!!